lunedì 23 giugno 2008

Sono in ferie!

Inizia oggi un lungo periodo fuori dall'ufficio. Una settimana di ferie poi part-time per il mese di luglio. Qualcuno mi chiede quando rientrerò a tempo pieno... penso invece che resterei volentieri a casa anche ad agosto!! Comunque oggi pomeriggio vado in Alto Adige per 5 giorni, e a luglio alternerò fra qui e casa di nessun luogo! Buona estate a tutti!

sabato 21 giugno 2008

Nocino

Oggi è il primo giorno d’estate. La stagione che amo di più e fra qualche giorno sarà la notte di San Giovanni. Tra il 23 e il 24 giugno la tradizione vuole che si raccolgano le noci ancora tenere, ottenendo, per infuso, questo prodotto tipico del modenese con proprietà digestive. Ringrazio Lucia, ancora una volta, per avermi fornito le noci dei suoi alberi.




Ingredienti
(dosi per 1 litro di alcool)

30 noci con il mallo tenero
1 litro di alcool a 95°
la scorza di un limone non trattato
2 pezzetti di cannella
5 chiodi di garofano
500 gr di zucchero
500 gr. di acqua

Procedimento

Raccogliere le noci molto tenere. Pulire con uno strofinaccio per eliminare eventuali impurità, senza lavarle. Tagliarle in quattro parti ed metterle in un vaso di vetro con chiusura ermetica, della capacità circa di 2,5-3 litri. Intanto dopo aver lavato bene il limone con il pelapatate prelevare la parte gialla della scorza ed aggiungerla nel vaso insieme con due pezzetti di cannella e i chiodi di garofano. Versare nel vaso l’alcool a 95°. Chiuderlo ermeticamente (ho usato un vaso con la guarnizione perchè essendo l’alcool volatile, se non chiuso bene al sole evapora) e metterlo al sole per 4 settimane, avendo cura di agitarlo almeno una volta al giorno. Trascorso questo tempo, aprire il vaso ed unire uno sciroppo preparato con acqua e zucchero (aggiungerlo freddo), scuotere molto bene e rimettere il vaso al sole per altre due settimane, agitandolo una volta al giorno. Infine filtrare il liquore con carta da filtro apposita ed imbottigliare possibilmente in bottiglie di vetro scure e conservare. Gustare possibilmente dopo un anno.

venerdì 13 giugno 2008

Marmellata di ciliegie

Raccogliere le ciliegie dai rami... che bel modo di trascorrere un pomeriggio… e la marmellata che ne viene fuori è favolosa! Grazie a Lucia e a Federico per i loro magnifici ciliegi.




Ingredienti:

1 kg di ciliegie
500 gr di zucchero
1 busta di Fruttapec 2:1

Procedimento:

Lavare le ciliegie e scolarle bene. Con l’apposito attrezzo, snocciolarle, pesarne un kg, e metterle in una pentola di acciao. Con l’aiuto del miniper spezzettarle senza frullarle tanto. Quindi aggiungere a freddo lo zucchero precedentemente miscelato con la busta di Fruttapec e far bollire circa 10 m. togliendo la schiuma che si forma. Non preoccuparsi se rimane un po’ liquida, quando è fredda si addensa. La pectina (fruttapec) può anche essere omessa. In tal caso occorre aumentare la dose di zucchero e far bollire per circa 1h e 1/2. Ho scelto il primo metodo perchè bollendo solo pochi minuti rimane intatto il sapore delle ciliegie. Invasare in barattoli di vetro sterilizzati, coprire con un dischetto di carta forno immerso in alcool a 95°, chiudere ermeticamente, mettere il vasetto sottosopra e lasciare raffreddare.

sabato 7 giugno 2008

Krapfen

Krapfen
Sono chiamati Krapfen, Crafen, Krafeln o in Germania e Austria, Faschingskrapfen. Noi li chiamiamo bomboloni e sono una vera e propria bontà. Si possono farcire con marmellata, crema o cioccolata. Io li ho preparati con crema pasticciera.




Ingredienti

700 gr di farina 00
200-250 gr di latte tiepido
50 gr di zucchero
60 gr di burro
1 cubetto e 1/2 di lievito di birra
3 uova
scorza grattugiata di un limone biologico
1 cucchiaino di sale
zucchero a velo
crema, marmellata o altro per farcire


Procedimento

Versare il latte in una terrina capiente (inizialmente 200 gr poi se l’impasto lo richiede, aggiungere il resto) e sciogliere il lievito. Unire lo zucchero e le uova e lavorare tutto fino ad avere un composto cremoso. Incorporare il burro, lavorato a parte con un cucchiaio di legno per renderlo liscio e morbido come una crema. Aggiungere la scorza grattugiata del limone, unire il sale e la farina setacciata un cucchiaio per volta. Lasciare da parte un paio di cucchiai di farina.

Lavorare energicamente l’impasto fino ad ottenere un composto morbido ed elastico per circa 20 minuti. E’ possibile aiutarsi con un’impastatrice o con la macchina del pane. Mettere l’impasto in una ciotola e farlo lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio (circa 2 ore). A lievitazione raggiunta lavorare nuovamente la pasta aggiungendo la farina restante. Dividerla in pezzature di 40-60 gr. ciascuna.

Dare ad ogni impasto la forma di una pallina. Allinearle tutte su un vassoio coperto con carta forno e farle lievitare nuovamente in ambiente tiepido fino al raddoppio. Riscaldare l’olio a 170° e procedere alla frittura dei krapfen 2 o 3 per volta girandoli quando sono gonfi e dorati. Scolarli su carta assorbente.

Quando i krapfen saranno raffreddati, procedere alla farcitura con la tasca da pasticciere inserendo la bocchetta al centro del bombolone e ricoprire di zucchero a velo.
vf
Ils sont appelés Krapfen, Crafen, Krafeln ou en Allemagne et Autriche, Faschingskrapfen. En Italie, nous les appelons "bomboloni". On peut les farcir avec confiture, crème ou chocolat. Je les ai préparés avec la crème.
Ingrediénts:
700 gr de farine 00
200-250 gr de lait tiède
50 gr de sucre
60 gr de beurre
37 gr de levure de bière
3 oeufs
un zeste de citron biologique
1 cuillère à café de sel
sucre en poude
crème, confiture ou autre pour farcir
Préparation:
Verser le lait dans une saladier (au début 200 gr et si la pâte est trop ferme, ajouter le reste) et dissoudre la levure. Ajouter le sucre, les oeufs et incorporer le beurre mou, melangé séparément avec une cuillère en bois pour le rendre lisse et souple comme une crème. Ajouter le zeste du citron râpé, le sel et la farine (moins deux cuillères ) passée au tamis, une cuillère pour fois.
Mélanger la pâte pendant 20 m environ. On peut faire ça à l'aide d'une petrisseuse ou de la machine à pain (j'ai fait comme ça). Verser le mélange dans le moule et le faire levurer jusqu' au levage de la pâte. Il faudra deux heures pour que ça lève.
Lorsque la pâte a doublé de volume, la séparer en plusieurs parties de 40-60 gr chacune. Former des petites boules et laisser lever sur une plaque recouverte de papier sulfurisé encore 1 heure au chaud.
Préparer le bain de friture à 170° et déposer délicatement les krapfen par fournées de 2 ou 3.
Laisser-les dorer d'un côté puis les retourner avec précaution avec une écumoire.
Sortir les krapfen avec l'écumoire et les poser sur un papier absorbant.
Lorsque les krapfen seront ils refroidis, les farcir avec la sac à poche puis les saupoudrer de sucre en poudre avant de les servir.

venerdì 6 giugno 2008

Frida Khalo



Fino a domenica scorsa non sapevo neanche chi fosse. Durante un escursione con un gruppo di Pennabilli, un’insegnante d’arte mi ha parlato di questa pittrice messicana e della sua vita. La cosa sembrava finita lì, poi in ufficio, un paio di giorni fa, un collega, amante della pittura, mi ha parlato ancora di lei. Ieri girando per i blog mi è capitato ancora sott’occhio il nome di Frida Kahlo, senza che avessi cercato di lei.

La pittrice nata nel 1907 ha avuto una vita piuttosto travagliata.

Dapprima colpita da poliomelite all’età di 6 anni, poi un incidente in tram quando, appena diventata maggiorenne, la rende invalida e le preclude anche la gioia della maternità.

Durante la lunga convalescenza, Frida incomincia a dipingere.





In lei sono presenti sia l'enorme desiderio di vivere sia quel dolore che non la lascerà mai.

Un legame forte per la sua terra e la politica. Un amore intenso e profondo per il pittore messicano muralista Diego Rivera di 20 anni più grande. Anche da questa esperienza Frida ne trae amore e dolore: il matrimonio e il tradimento. Fingere di non vedere per non soffrire.

Nella sua pittura emerge forza, disperazione, tristezza, gioia, e in tutte le sue opere c’è traccia di queste emozioni forti e controverse.

Morì a 47 anni.

Una donna orgogliosa, caparbia, fragile, sensibile. Una donna che dovrebbe essere ricordata per i suoi dipinti ma anche per le sue esperienze di vita.





mercoledì 4 giugno 2008

Diabolik



Mi sono sempre piaciuti i fumetti ma senza dubbio il mio preferito è da sempre Diabolik. Ho iniziato a leggerlo per caso. Ero a casa di un’amica di scuola e guarda caso sua mamma era un’appassionata di questo fumetto. Me ne ha prestati alcuni e ne sono stata attratta all’istante. Ne aveva una cassapanca piena zeppa e tutti erano suddivisi per annata con la loro fascetta in bella mostra. Ne ho letti veramente tanti. Purtroppo quelli che conservo gelosamente sono pochi: circa 180.

Il personaggio nasce da un’idea di due sorelle, Angela e Luciana Giussani, che nel 1962 hanno dato vita, con la loro sceneggiatura creativa e si può dire futuristica per quegli anni, al criminale in calzamaglia nera. Nei primi numeri Diabolik è solo, unico e temibile con gli occhi di ghiaccio che gli donano quello sguardo inquietante. Dal terzo numero “L’arresto di Diabolik” compare al suo fianco la bionda Eva Kant, donna bellissima, affascinante e spietata della quale Diabolik si innamora al primo istante. Sarà lei la compagna inseparabile di mille avventure e donna di mille volti. Nonostante il criminale sia un uomo senza scrupoli, in diverse occasioni dimostra un’umanità come pochi come in “Angoscia” dove salva una bambina disinteressatamente, correndo seri pericoli. Ciò che più mi avvince sono le tecniche di fuga, spiegate nei minimi dettagli, spesso inverosimili ma comunque piene di fascino. Per non parlare dei rifugi e delle sue incredibili maschere di plastica con le quali è capace di assumere il volto di chiunque.


E soprattutto l’amore sconfinato che ha per la sua donna. Non sono mai stata brava a disegnare … ma questo fumetto mi ha dato lo spunto per provare. Questi li ho fatti quando frequentavo le scuole superiori. Se un giorno dopo aver ripulito la soffitta doveste trovare, fra le cianfrusaglie, qualche numero impolverato o senza copertina, non gettatelo...

lunedì 2 giugno 2008

Etruschi

Qui da noi li chiamiamo etruschi, da altre parti li chiamano cantuccini. Questa è la ricetta di Cetulia una collega che ci ha lasciati.




Ingredienti:

500 gr di farina
200 gr di zucchero
20 gr di liquore all’anice
4 cucchiai di olio di semi
250 gr di mandorle tritate
2 uova
un cucchiaino di semi di anice
1 bustina di lievito per dolci (meno un cucchiaino raso)

Procedimento:

Mescolare farina, zucchero e il resto degli ingredienti tutti insieme, aggiungendo le mandorle tritate grossolanamente e i semi di anice.

Aggiungere l’olio e le uova lasciando da parte un albume .

Se risulta troppo sodo aggiungere un po’ di latte.

Formare cinque rotoli, adagiarli sulla placca coperta da un foglio di carta forno.

Spennellare i rotoli con l’albume sbattuto rimasto e volendo aggiungere sopra anche un po’ di granella di mandorle.

Cuocere in forno a 160 ° per 20 minuti.

Quando si sono raffreddati, tagliarli in sbieco, con un coltello a sega un po’ bagnato.

Rimettere nel forno e farli tostare. (Devono risultare piuttosto secchi).

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Recette dédiée à Cetulia
Ingrédients:
500 gr de farine
200 gr de sucre
20 gr de liqueur d'anis
4 cuillères à soupe de huile d'arachide
250 gr de amandes
2 oeufs
une cuillère à café de graines d'anis
1 sachet de levure chimique (moins une cuillère à café rase)
Préparation:
Préchauffer le four à 160°.
Mélanger la farine, le sucre et après ajouter les amandes broyées grossièrement et les graines d’anis.
Ajouter le huille et les œufs moins un blanc.
Si la pâte est trop ferme ajouter du lait.
Former 5 rouleaux, les mettre sur une plaque avec du papier sulfurisé.
Dorer au blanc d’œuf et enfourner environ 20 min. Au terme de la cuisson, laisser refroidir puis les découper comme la photo.
Enfourner encore pour les laisser griller. (Ils doit être secs).
 
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