Fino a domenica scorsa non sapevo neanche chi fosse. Durante un escursione con un gruppo di Pennabilli, un’insegnante d’arte mi ha parlato di questa pittrice messicana e della sua vita. La cosa sembrava finita lì, poi in ufficio, un paio di giorni fa, un collega, amante della pittura, mi ha parlato ancora di lei. Ieri girando per i blog mi è capitato ancora sott’occhio il nome di Frida Kahlo, senza che avessi cercato di lei.
La pittrice nata nel 1907 ha avuto una vita piuttosto travagliata.
Dapprima colpita da poliomelite all’età di 6 anni, poi un incidente in tram quando, appena diventata maggiorenne, la rende invalida e le preclude anche la gioia della maternità.
Durante la lunga convalescenza, Frida incomincia a dipingere.
In lei sono presenti sia l'enorme desiderio di vivere sia quel dolore che non la lascerà mai.
Un legame forte per la sua terra e la politica. Un amore intenso e profondo per il pittore messicano muralista Diego Rivera di 20 anni più grande. Anche da questa esperienza Frida ne trae amore e dolore: il matrimonio e il tradimento. Fingere di non vedere per non soffrire.
Nella sua pittura emerge forza, disperazione, tristezza, gioia, e in tutte le sue opere c’è traccia di queste emozioni forti e controverse.
Morì a 47 anni.
Una donna orgogliosa, caparbia, fragile, sensibile. Una donna che dovrebbe essere ricordata per i suoi dipinti ma anche per le sue esperienze di vita.
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